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AGESCI Base Volpe Astuta


 
Base Scout Volpe Astuta


Sino alla prima metà del ‘900, Palermo poteva essere raffigurata come una meravigliosa città di sabbia immersa in un sontuoso giardino di agrumi. La periferia della città che si estendeva verso la Conca D’Oro era un lussureggiante tappeto verde, da tempo immemorabile intimamente connesso con le attività umane.
Era testimonianza di una cultura ereditata dagli arabi allorquando Palermo come Isfahân, Cairo, Baghdad, Marrakech, Granada, rappresentava una delle capitali dell’Islam.
Sino ai nostri anni ’60, non era raro constatare che parecchie famiglie possedevano e curavano un proprio “giardino” che non corrisponde nella sostanza al giardino odierno, era uno spazio ricco di agrumi, memoria di quella Conca d’Oro che consideravano, a ben ragione, qualcosa di prezioso, di intimo e gli spazi, definiti da recinti in muratura o da siepi, dai canali irrigui in stile arabo, rispondevano perfettamente all’utilizzo che ne veniva fatto, luogo non solo di socializzazione, ma anche da dedicare al riposo, alla famiglia, alla lettura, al prendersi cura della terra, agli amici.

Oggi, dopo appena 30-40 anni rimane ben poco rimane della Conca d’Oro: tanti giardini sono abbandonati o scomparsi vittime di un’avanzata del cemento, figlio di un non bene identificato “progresso” e Palermo, offesa e violata dalle mafie, reclama ora il diritto di salvare almeno le tracce di quei giardini, oasi di pace, arte, politica e cultura di un tempo.

Questa premessa è doverosa per capire profondamente ciò che rappresenta Fondo Micciulla, non solo perché bene confiscato alla mafia e sequestrato da Giovanni Falcone, ma anche perché inserito in quel Parco Borbonico, dove nacque uno dei primi orti botanici, le cui serre vennero portate a Napoli dai Borboni quando lasciarono la Sicilia e Palermo capitale del regno. Come si può comprendere, un’importante testimonianza dell’intima connessione tra l’uomo, il suo passato e i cicli della natura, da ammirare anche attraverso gli straordinari manufatti, memoria dei popoli che hanno dominato Palermo, quali i Qanat, costruiti dagli Arabi e la Camera dello Scirocco, sorta dentro un’antica cava di calcarenite, nel 400’ e rimaneggiata con la costruzione della scalinata nel 700, e alle cave che hanno fornito blocchi di pietra per i palazzi nobiliari di Palermo, tutto ciò immerso in quello che rimane di un devastato e deturpato agrumeto storico, ricco di aranci, mandarini, limoni e quasi secolari alberi di alloro.

E’ un luogo che, sebbene si trovi a non più di un centinaio dimetri in linea d’aria dalla circonvallazione di Palermo, di sera, si respira un’aria di altri tempi, il silenzio, il canto degli uccelli e il profumo della zagara, fanno pensare di essere lontani dalla città.

Per lunghissimi anni, il terreno che si chiama Fondo Micciulla ha avuto diverse vicissitudini, proprietà di nobili, luogo di amenità e di feste fino alla fine della seconda guerra e fino agli inizi degli anni 60’, in seguito è divenuto proprietà della famiglia mafiosa dei Piraino, fino allo sterminio della stessa nelle lotte di mafia degli anni 70’ che hanno insanguinato Palermo e il 17 giugno 1980, fu oggetto di sequestro da parte di Giovanni Falcone, e grazie alla legge “Rognoni-La Torre” venne sottoposto a definitiva confisca.

Dal 17 marzo1999, in seguito alla legge 109/96, Fondo Micciulla è stato il primo bene confiscato alla mafia dato all’AGESCI, Zona Conca d’Oro dal Comune di Palermo per farne una Base Scout. A tale base è stato dato il nome di “Volpe Astuta”, totem di una scolta tornata alla casa del Padre nell’anno 1997.

Al momento dell'affidamento il fondo si trovava in condizioni di abbandono e degrado per i lunghi decenni di incuria, ed era quasi impossibile accedervi per la presenza di una folta copertura di rovi che interessavano l'intero fondo, la casa in loco si presentava devastata da atti vandalici, telai di quelle che una volta erano moto, rubate e disseminate nel terreno, alberi devastati da incendi per occultare coltivazioni di marijuana, più di 3 ettari di terreno da riportare a condizioni di vivibilità, e la consapevolezza di essere in un luogo ancora in mano alla criminalità alla quale eravamo arrivati a “rompere le uova nel paniere”, e i loro loschi affari e che dovevano colpire con costanti atti vandalici, sull’esempio di quella famosa tela di penelope, per cui quello che si faceva di giorno, la notte veniva distrutto.

E’ stato un brutto periodo nel quale si è lavorato non avendo il conforto degli altri capi, se non di pochi.

Dobbiamo però ricordarci di avere avuto molto vicino la Magistratura e l’allora Procuratore Capo di Palermo Giacarlo Caselli, Don Ciotti e Libera, e l’allora Sindaco di Palermo Orlando che riconobbe nell’AGESCI un’Associazione di volontariato seria e in grado di portare avanti un progetto di riconversione di un territorio e di metterlo nella disponibilità della cittadinanza e in seguito dell’umanità con il restauro della Stanza dello Scirocco.

Grazie ad alcuni membri dell'Associazione vennero eliminati i rovi e fu richiesto l'intervento della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali, per riportare alla luce e riconsegnare alla fruizione dell’intera collettività un bene monumentale di rara bellezza nonché di straordinario interesse storico, geologico, in parte occultato da un ammasso di macerie, quale il complesso costituito dal Qanat dell’Uscibene e dalla Camera dello Scirocco.

Se lo scopo dello Scautismo è quello di operare un cambiamento che contribuisca al miglioramento, occorreva valutare cosa fare per esserci nel tempo e lottare per essere credibili agli occhi dei nostri ragazzi.

Da almeno 6 anni i progetti sulla base si sono susseguiti e hanno coinvolto prima i Clan della Zona e la costituzione di un pattuglino che per diversi anni si è incontrato e ha lavorato tutti i venerdì per rendere il luogo “presentabile” con micro progetti, portati avanti dagli stessi ragazzi.

In seguito, con l’ausilio di personale dell’Amministrazione comunale(una volta l’anno), si è provveduto alla pulizia del fondo, con diserbo e piccola manutenzione del verde storico, specialmente in occasioni di grandi eventi, quali il decennale delle stragi che ha visto la presenza di c.a 700 ragazzi/e e capi e il Roverway, ospitando le Route della Sicilia.

In seguito anche i lavori di pulizia sono stati affrontati dalla pattuglia della base con fatica e i pochi mezzi a disposizione, così come l’inizio della ristrutturazione della casa in seguito all’approvazione da parte della soprintendenza del progetto di riqualificazione dell’area e della casa, ad opera non solo degli scout siciliani, ma in particolare per la presenza alla base di un Cantiere nazionale di Branaca R/S “da Aquile a Volpi Randagie”, giunto già alla “quarta edizione” che ha visto la partecipazione di ragazzi/e per la maggior parte provenienti dalle regioni del Nord e centro Italia (c.a 120).

Inoltre da 3 anni in estate, da fine Giugno alla fine d’Agosto, alla base sono arrivati Clan da ogni parte d’Italia a lavorare sia in casa che fuori, per un totale di c.a 800 ragazzi/e e capi che hanno contribuito alla realizzazione di micro progetti che messi assieme hanno cambiato il volto a questo posto. Una casa che finalmente comincia a prenderne le sembianze, un terreno vivibile e pronto ad ospitare quanti vogliono contribuire seriamente al cambiamento di questa realtà con lo specifico dello scoutismo, impegno, abnegazione, non protagonismo personale, imparare facendo, voglia di lasciare il mondo un po’ migliore di come lo si è trovato, rispetto dei luoghi e della memoria del passato, credere fermamente in quello che si fa, anche se c’è sempre qualcuno che cerca in tutti i modi di vanificare quello che di buono si va facendo.

Tutto quello che fino ad ora è stato fatto, dal punto di vista economico è stato fatto con un contributo dell’AGESCI Nazionale, dei contributi dei presenti in estate e dei Gruppi che vi fanno attività durante tutto l’anno. Piccoli segnali dal grande risvolto visto che è stato richiesto un contributo per la ristrutturazione definitiva della casa e del terreno attraverso un PON Sicurezza, da ben due anni e che siamo fermi per la lenta e talvolta farruginosa e incompetente macchina amministrativa comunale.

Meno male che nonostante tutto l’AGESCI non aspetta che la manna venga dal cielo stando ad aspettare che altri si impegnino perché riusciamo ad impegnarci anche se altri non lo fanno, e questo lo dobbiamo ai tanti che credono in noi, ai nostri ragazzi, alla città tutta che ha perso la dignità di reagire davanti al malaffare dilagante, e che non ha compreso che la dignità bisogna riconquistarla perché si deve credere fermamente in quello che si fa e che il cambiamento è possibile se siamo i primi a crederci e a portarlo avanti malgrado la solitudine e la pesantezza della strada.

Molto di più è questa Base, e non tutto si può scrivere, c’è qualcosa che si deve scoprire venendo e vivendo la base in tutte le sue sfaccettature, entrando nella sua pelle e rendendoci disponibili ad ascoltare il suo respiro, le sue richieste e la voglia di tornare a vivere e a risplendere con la ricchezza dei suoi monumenti, della sua sorgente, dei suoi profumi e con il cuore degli uomini che rinascono quando essi stessi sono artefici della rinascita dei “giardini”.

 Davide Carella, Anna Di Marco – Pattuglia Base Volpe Astuta




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